Il Sistema di Deposito Cauzionale (DRS) è oggi al centro del dibattito sulle strategie per migliorare la raccolta e il riciclo degli imballaggi per bevande in Italia. Secondo il Rapporto 2025 dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), il DRS rappresenta una delle soluzioni più efficaci per ridurre la dispersione di bottiglie e lattine nell’ambiente e per allineare il nostro Paese agli obiettivi europei di riciclo e riuso fissati per il 2029.
Un passo necessario per centrare i target UE e ridurre l’inquinamento
L’ASviS sottolinea che l’introduzione del sistema cauzionale è indispensabile per raggiungere i livelli di raccolta selettiva richiesti dall’Unione Europea e per contrastare la presenza di plastica nei nostri mari, recuperando materiali preziosi per l’economia circolare e creando nuove opportunità di lavoro verde. Senza un sistema strutturato di deposito e restituzione, risorse che potrebbero essere riutilizzate continuano a trasformarsi in costi per le comunità e per settori come pesca e turismo, direttamente colpiti dall’inquinamento.
Il DRS: una soluzione concreta e già testata in Europa
Il decimo Rapporto ASviS evidenzia come l’Italia debba ancora compiere passi decisivi verso la sostenibilità e come siano necessarie politiche strutturali per ridurre gli sprechi e migliorare la gestione dei materiali. L’introduzione del DRS per i contenitori monouso di bevande è una misura concreta e facilmente attuabile: il meccanismo prevede che il consumatore versi una piccola cauzione aggiuntiva al prezzo di vendita, che viene poi restituita al momento della riconsegna dell’imballaggio vuoto.
Nei 17 Paesi europei dove il sistema è già operativo, i risultati sono chiari: la raccolta supera il 90% e la quantità di rifiuti dispersi si è ridotta di oltre due terzi, garantendo filiere di riciclo efficienti e di qualità.
L’Italia ancora indietro: costi ambientali ed economici
Nel nostro Paese, l’assenza di un sistema cauzionale comporta ancora livelli elevati di dispersione e una perdita economica significativa per il settore del riciclo. Ogni anno milioni di bottiglie e lattine sfuggono alla raccolta differenziata, generando costi aggiuntivi per i Comuni e riducendo la disponibilità di materie prime seconde per l’industria. Inoltre, l’Italia continua a pagare oltre 100 milioni di euro all’anno di Plastic Tax all’Unione Europea per le bottiglie non riciclate—risorse che potrebbero essere reinvestite nella filiera circolare nazionale.
L’ASviS richiama la necessità di rispettare la gerarchia dei rifiuti, promuovendo prevenzione, riuso e riciclo di qualità. Il Deposito Cauzionale, in quest’ottica, è visto come misura complementare alla raccolta differenziata, capace di spingere la raccolta oltre il 90% e di garantire un riciclo efficiente e trasparente, in linea con i target europei.
Benefici ambientali, economici e sociali
L’adozione del DRS porterebbe benefici concreti sia dal punto di vista ambientale che economico. Ridurrebbe la quantità di rifiuti abbandonati, migliorerebbe la qualità del riciclo, stimolerebbe la partecipazione attiva dei cittadini e abbatterebbe i costi di gestione del littering urbano. Inoltre, favorirebbe la nascita di nuove filiere occupazionali verdi e contribuirebbe alla decarbonizzazione del settore dei rifiuti.
Il sistema rappresenta anche uno strumento di responsabilità condivisa tra imprese, cittadini e istituzioni, migliorando la tracciabilità dei materiali e promuovendo una gestione trasparente dei flussi di raccolta. L’esperienza di altri Paesi dimostra che il DRS contribuisce a costruire un rapporto più virtuoso tra produzione, consumo e recupero, riducendo drasticamente la quantità di materiali che finiscono in discarica o in mare.
Verso una strategia nazionale e una governance efficace
L’introduzione del Deposito Cauzionale sarebbe un passaggio fondamentale per rendere l’Italia coerente con la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile e con il futuro Piano per l’Accelerazione Trasformativa che il Governo dovrà definire entro il 2026 per raggiungere gli Obiettivi dell’Agenda 2030. L’ASviS propone di inserire il DRS tra le misure di transizione ecologica, accompagnandolo a campagne di educazione ambientale e all’introduzione di indicatori di monitoraggio per valutarne gli impatti economici, ambientali e sociali.
Per l’ASviS, la transizione verso un sistema di produzione e consumo sostenibile richiede una governance rinnovata e una cooperazione tra pubblico e privato capace di integrare politiche industriali, strumenti economici e partecipazione civica. Il DRS si inserisce in questo quadro come elemento strategico per una gestione efficiente delle risorse, in grado di generare benefici ambientali, occupazionali e industriali.
Il DRS come leva per la sostenibilità
Il Sistema di Deposito Cauzionale non è solo un modello di raccolta, ma una leva concreta per la sostenibilità. Introdurlo significherebbe trasformare la dispersione degli imballaggi in una risorsa per il Paese, contribuendo al raggiungimento dei target europei di economia circolare, alla riduzione della plastica nei mari e alla costruzione di un’economia più efficiente e inclusiva.